La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente

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Partiti partiti

 

image00430 gennaio 2022 - Il titolo non è una elementare ripetizione. È, in realtà, una frase semplice, lineare, essenziale, composta da un soggetto e da un verbo. Basta considerare che il primo termine è un nome comune e il secondo un evidente participio passato: benedetta analisi grammaticale!

Il senso, tuttavia, lo si può dedurre lapalissianamente dai molteplici significati del verbo “partire”, che può voler dire andare via, allontanarsi da un luogo, abbandonare un posto. Esso, però, assume altri significati traslati se riferito a soggetti e situazioni particolari così come risulta dall’uso del linguaggio comune. Quando si dice che uno è “partito” può voler dire che è uscito di mente, che ha smarrito o abbandonato il senso comune, la logica, l’equilibrio, la razionalità e persino l’identità e il senso di se stesso.

In politica, poiché è questa la chiave discorsiva, ciascuno sa che cosa sia un partito, da cosa nasce e a che cosa mira o dovrebbe mirare.

È sulla scorta di questa considerazione che ci sembra di poter dire che lo “stivale” si stia sfondando…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Les jeux sont faits. Rien ne va plus

 

 

29 agosto 2021 - E la roulette inanella vorticosamente giri su giri confondendo lo sguardo degli astanti, fino a rallentare con lenta ed esasperata gradualità, tenendo sulla corda le speranze e l’ansia dei giocatori in trepidante attesa. Sarà rosso? Sarà nero? Pari? Dispari? Sarà quel che sarà. Uno vince e gli altri perdono o si consolano aspettando il prossimo giro. È questo il gioco. È questo il casino, con o senza l’accentazione fonica finale, che determina per ironia l’anima della metafora.

Intanto, la “civetta” abbandona le tenebre e lascia il nido in cui è nata e cresciuta. Si appollaia più in là, dove il bosco è meno fitto e le prede si intravedono meglio. Era previsto? Può darsi, ma non secondo questo copione, che pur attenuando le difficoltà predatorie, non riduce la voracità e l’appetito. “Insieme per San Marco”, titolo vago e presuntuoso nella forma e nel significato, non ci aveva mai spiegato insieme con chi volesse fare qualcosa per San Marco. Ora ce lo ha fatto capire. Ha atteso un po’ di tempo, cioè fino al verificarsi delle condizioni favorevoli, e poi ha chiaramente svelato le intenzioni: “Con chiunque!” L’importante, in fondo, non era governare la città, ma riuscire ad esibire con soddisfazione l’ambito trofeo: la testa del “cavallo”. Perché da un pezzo, ormai, faceva ombra e bisognava toglierlo di mezzo “per ragioni di etica politica”.  …

 

 

 

 

 

 

 

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La politica e il silenzio

 

 

19 agosto 2021 - Se la politica viaggiasse sul filo del silenzio, San Marco Argentano farebbe scuola. Purtroppo, però, quando incombe il silenzio la politica svanisce, evapora, si dilegua. E ne ha ben diritto. Perché nel silenzio essa non ha ragion d’essere. La politica è discussione, ragionamento, confronto; essa vive nella comunità e nella comunione, si nutre di dissenso per la ricerca del consenso, penetra la società per la ricerca delle vie di sviluppo e di crescita integrale; interroga l’uomo per sorreggerlo nelle necessità e nei bisogni; traccia le fondamenta per costruire il nuovo al passo con l’evoluzione dei tempi che scorrono poggiando sulle spalle delle nuove generazioni.

Invece, a quanto pare, il silenzio la fa da padrone. E ciò non è buon segno. Nel silenzio si rimugina, si cova, si trama; spesso ci si chiude in se stessi ingravidando il proprio sé fino ad amplificarne oltre misura le proporzioni e il valore; il silenzio alimenta la fantasia e l’immaginazione conducendo verso l’astrazione dal mondo reale; il silenzio porta alla svalutazione, allo svilimento e alla negazione dell’altro. Il silenzio è il dio dell’omertà e di tutto ciò che essa comporta e nutre. Il silenzio, in pratica, è la peggiore offesa contro l’anima della società, come la parola ne è l’esaltazione. …

 

 

 

 

 

 

 

 

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Agosto, cavallo mio non ti conosco

 

 

7 agosto 2021 - Chi avrebbe mai pensato, per assurdo, che un giorno o l’altro mi sarei trovato nelle condizioni di difendere Giulio Serra? Beh, chi lo avesse fatto avrebbe commesso un errore marchiano, perché io, infatti, non lo difendo. Lo utilizzo, semmai, per mettere in risalto le caratteristiche, per niente originali in questi tempi, di chi avendo brillato per anni di luce riflessa, oggi si convince di essere un astro nascente che possa tranquillamente orbitare intorno ad una qualunque stella (paradossalmente anche cadente) per formare un sistema planetario anomalo quanto effimero.

Perdonate la metafora, ma chi per decenni ha “cavalcato” metafore di ogni genere, tra il bucolico e la zoofilia, il sacro, il profano e il blasfemo, ricavandone benefici di ordine elettorale e non solo, oggi non può gettare alle ortiche mmastu e seddra, quanto mai pertinenti nella fattispecie, ed erigersi sul piedistallo della moralità a basso prezzo, la quale spesso nasconde finalità recondite, talvolta identificabili in trasparenza.

 

 

 

 

 

 

 

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Io, tu e i social

 

 

27 luglio 2021 - image004Non sono un frequentatore assiduo dei “social”, non ne avverto l’esigenza né faccio dipendere da essi il fatto di esistere. Li immagino come il buco della serratura al quale mezzo mondo accosta l’occhio per cercare di penetrare nei fatti non propri, che gli altri non tentano neppure di nascondere, ma che spesso esibiscono senza pudore.

A me capita di utilizzarne raramente le funzioni unicamente per diffondere, quando ne ravviso la necessità, qualche scritto che riesca a divulgare alcune mie riflessioni sulla vita e sulle vicende della comunità nella quale vivo.

Capita, quindi, in queste rare occasioni, di spaziare nell’universo di esternazioni che vi proliferano attimo dopo attimo ingigantendo il corpo, già di per sé smisurato, di questa galassia senza luce che ormai abbraccia il pianeta da un polo all’altro. Si tratta di milioni di cellule disgregate e disordinate che caratterizzano la mostruosità di questo organismo immateriale che, quasi come per un processo di mitosi organica, cresce a dismisura un giorno dopo l’altro.

 

 

 

 

 

 

 

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Un pugno in una carezza

(ovvero “Un calcio in culo”)

 

 

 

19 luglio 2021 - Ho rovesciato il titolo di una nota canzone degli anni sessanta perché mi è parso che la cosa rendesse l’idea. Due mesi fa, comunque, in presenza dell’articolo in immagine, datato dalla Gazzetta del Sud 5 maggio 2021, ho convintamente espresso un sentimento di amarezza, ma, credetemi, nessuna soddisfazione per l’epilogo di una lunga storia, reiterata nel tempo, con l’ingenua, spregiudicata o incosciente speranza di una impunità di fatto di fronte alla generale disapprovazione. Né la pubblicazione di una sentenza di condanna aveva provocato il benché minimo batter di ciglia nel ricevente e nel suo entourage. Solo una piccola parte dell’opinione pubblica sollevava timidi rumori e sommessi brontolii, certa anch’essa, probabilmente, di una ingiustificata quanto possibile impunità che non è estranea al mondo della politica. …

 

 

 

 

 

 

 

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Non poteva che essere così

 

 

6 maggio 2021 - Ho riflettuto a lungo prima di accingermi a commentare il recente pezzo di cronaca della Gazzetta del Sud. Ma era un atto dovuto, se non altro per una indifferibile attenzione nei confronti delle decine di migliaia di contatti che, dal maggio 2013 ad oggi, il sito www.sanmarcoargentano-polis.it ha fatto registrare per via delle opinioni, condivisibili o non, pubblicate con dovizia di elementi e di particolari.

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Ciò dimostra che non v’è soddisfazione alcuna nella presa d’atto della scontata condanna di cui al titolo in immagine, ma un senso di profonda amarezza che nasce dalla ingenuità socioculturale che mi aveva fatto sperare nel pieno riscatto delle periferie che, nella società sammarchese sono state storicamente parte e controparte di una antipatica e retrograda dicotomia sociale, che ha preso timidamente a spegnersi solo in anni molto recenti. Resistono soltanto alcuni piccoli focolai, interessate battaglie di retroguardia e di conservazione, che ritengo siano alimentate ad arte per strategie “politiche” ed economiche. …

 

 

 

 

 

 

 

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Vuogliu a mamma!”

 

 

 15 marzo 2020 - Vuogliu a mamma” è l’espressione che ci riporta alla memoria l’immagine di bambini piangenti e spaesati di fronte ad un pericolo o ad una situazione più grande di loro che non riescono a gestire o dalla quale non riescono a venir fuori.  Spesso questo atteggiamento infantile, produce un imprinting, una sorta di marchio a fuoco che rimane indelebile per tutte le età della vita. E lo stiamo verificando in questi giorni. Nell’adulto, però, è un atteggiamento irrazionale, ai limiti della stupidità, che non valuta risvolti e conseguenze, che sfugge alla logica comune, che risponde ad istinti individualistici privi di senso ed instilla il desiderio inconscio di un ritorno nel liquido amniotico come se non fosse mai stato partorito. È la rapida cancellazione della propria storia.

Frastornate dalla propagazione della pandemia da coronavirus, frotte di meridionali emigrati nel settentrione d’Italia hanno letteralmente preso d’assalto tutti i treni notturni con destinazione Sud per fare ritorno nelle regioni d’origine, …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ecce ancilla domini

 

 

28 maggio 2019 Così l’ancella fedele serve ancora nel palazzo. E rinnova gli aromi e gli unguenti per il bagno dell’imperatore. Lasciati fuori gli schiavi meno illustri per volere della plebe silenziosa, il resto si asside in consiglio e non leverà mai gli scudi contro il sovrano: alzeranno al cielo le mani (pena l’amputazione) in segno di premurosa e supina obbedienza.

Minerva ha fatto scendere sull’emiciclo (quasi come lo Spirito Santo) il suo uccello simbolo: la civetta, così che il suo lamento notturno tenga sveglia la torma acquartierata alla bell’e meglio in retroguardia.

L’imperatore percorre in lungo e in largo la sala con passo nervoso: non si fida dei centurioni, né gira loro incautamente le spalle. L‘ancella li tiene a bada con il suo canto (si fa per dire) mentre guarda estatica il dio nelle pupille e sorveglia affinché non subisca attacchi da tergo. Le comparse fanno scena, riempiono gli spazi inutili, immobili come i loro neuroni in progressiva decadenza negli encefali dalla dimensione inversamente proporzionale alla loro massa corporea. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Anche l’ultima porta si “serra”

 

 

21 maggio 2019 E così, anche i serramenti del laboratorio di analisi vengono “serrati”. Con questo proditorio atto politico-amministrativo si compie il già paventato progetto della totale “serrata” dell’ospedale civile di San Marco Argentano. So bene di non adoperare termini decisamente attuali e confacenti ad un eloquio moderno, ma sono rimasto istintivamente attratto dalla coniugazione del presente indicativo del verbo “serrare”. Provate anche voi: io serro, tu serri, egli…

Che volete? Il tempo passa ed è proprio una questione di tempo. Ma se il tempo richiama per allitterazione la parola tempismo, va detto che proprio il tempismo è venuto meno nella gestione del problema in argomento. Ricordo la vecchia ADiS (Associazione per la Difesa del Diritto alla Salute) fondata dal dr. Giancarlo Gallo, il dr. Andrea Caparelli, don Ennio Stamile [non ancora sacerdote e autorevole esponente di “LIBERA” di don Ciotti], chi scrive e altri ancora. Purtroppo, non fu tenuta in grande considerazione dagli esponenti politici locali. Eppure lottava, oltre tutto, contro la chiusura dell’ospedale …

 

 

 

 

 

 

 

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Travestiti

 

 

Chi, per mostrarsi in pubblico, avverte la necessità di travestirsi, la dice lunga sulla genuinità del personaggio o, se volete, del proprio io. Se si è attori, va bene. Ma per chi non lo è, ricorrere al mezzuccio plebeo di abusare, attraverso l’uniforme di rappresentanza, dell’immagine e dell’autorevolezza (oltre che della stima e del favore popolare) di una istituzione militare o paramilitare dello Stato italiano, significa nascondere l’intimo bisogno di mimetizzarsi in essa per occultare agli occhi dei semplici le macchie delle proprie colpe o la fisionomia non proprio adamantina di ciò che rappresenta.

A me, per esempio, non è mai venuto in mente, solo perché ho insegnato storia per qualche decennio, di presentarmi a scuola calzando la feluca di Napoleone o il berretto di Garibaldi. Mi avrebbero preso per folle, deriso e messo alla berlina, a meno che non fosse carnevale. …

 

 

 

 

 

 

 

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La satira e la storia

 

 

12 maggio 2019 Qual è la logica di mettere assieme la satira e la storia?

Semplice. Entrambe camminano a braccetto quando bisogna dare un senso più ampio ai fenomeni sociali che rendono più “frizzante” la vita di una comunità.  E una competizione elettorale è un pretesto tra i più eclatanti per vivacizzare la vita della nostra cittadina, solitamente sonnecchiosa e pigra durante le innumerevoli giornate “ordinarie” di vita locale.

Siamo in campagna elettorale e si sprecano i tentativi di satireggiare contro questi o contro quelli attraverso vignette, montaggi fotografici, barzellette, componimenti di vario genere.

È una novità? Certo che no. Nella nostra San Marco, la satira in periodo elettorale, e non solo, è quasi una tradizione da sempre. …

 

 

 

 

 

 

 

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C‘era una volta

 

 

3 maggio 2019 Si era in tanti nelle sezioni. E non mi riferisco solo a quella del mio partito, che, in verità ricordo meglio delle altre anche se, in fondo, erano tutte piuttosto simili nell’ambientazione, ubicazione a parte. Erano le sezioni della fine del ‘900, anni del secolo in agonia, che stava per consegnare il testimone ai primi vagiti del terzo millennio.

Tra le pareti tappezzate di manifesti che tenevano desta la memoria e stimolavano a percorrere la strada verso un futuro migliore (quanto meno diverso qualitativamente), un tavolo e tante sedie quasi sempre occupate, si teneva vivo il fuoco delle ideologie (e, conseguentemente, delle idee), che conferiva alla politica un tono ed un significato profondi, tradotti, in consiglio comunale, in dibattiti accesi, in rispettose contrapposizioni, in forti coesioni maggioritarie, tutti orientati verso il miglioramento e lo sviluppo della città. …

 

 

 

 

 

 

 

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Quannu u ciucciu ‘un vo’ acqua…

 

 

1 aprile 2019 Le ragioni per le quali si tace, o ci si impone di tacere, possono essere innumerevoli: esse vanno da cause di forza maggiore a ragioni di opportunità o, se si vuole, alla condivisione del principio in base al quale sarebbe perfettamente inutile offrire occasioni di riflessione a chi della sordità interiore ha fatto un modello di vita.

Quannu ‘u ciucciu ‘un vo’ acqua, avoglia ca fischi!” È il primo aforisma dialettale che un caro amico mi ha riportato alla memoria quando, alla sua domanda sul perché del silenzio prolungato di questo sito internet, ho fornito come risposta, non più tardi dell’altro ieri, un ragionamento che ricalca alla perfezione l’incipit di questo “articolo”. …

 

 

 

 

 

 

 

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Un addio straziante

 

 

12 marzo 2019 È da quando ho appreso la terribile e ferale notizia che sto facendo violenza al mio pensiero: non riesco ad accettare e a convincermi che Luciano, uno dei miei amici più cari, non ci sia più; che tutta la sua genialità (più volte messa in campo), il suo sapere (quasi sempre espresso con estrema semplicità), il suo dinamismo (messo quasi per vocazione al servizio di tutti), la sua voglia e la sua determinazione di andare sempre più avanti nell’operare scientificamente, il suo desiderio bruciante di vivere in una società migliore e più equilibrata, la sua volontà di cogliere e respirare a pieno l’affetto degli amici e dei propri cari, siano svaniti in un attimo nella crudeltà, nella ferocia, nella ingiustizia, di un evento così inatteso e così tragicamente impensabile.

La mia mente (ma credo anche la mente di molti) è stata lacerata da un’esplosione di rabbia, sopraggiunta dopo la confusione dell’incredulità. …

 

 

 

 

 

 

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Il nuovo e la confusione

 

 

image00531 agosto 2018 In molti si assiste con sgomento alla grande confusione che regna nella politica nazionale. L’improvvisazione colpevole e la determinazione egoistica degli uomini e delle donne di governo a tener viva e sulla corda una campagna elettorale perenne, oltre a non prendere in considerazione il rischio di trascinare l’Italia in una spirale di perversione socioeconomica spaventosa, hanno sollevato una nebbia così fitta da far perdere quasi totalmente di vista le componenti di molte realtà locali che, come la nostra, si stanno disgregando nella routine di un quotidiano senza slanci e senza prospettive.

E senza colore!

Sembra che l’unico colore degno di interesse sia quello della pelle dei migranti, che, allo stato delle cose, appaiono agli occhi miopi delle maggioranze incolte e allineate il vero, unico, grande problema del nostro Paese. …

 

 

 

 

 

 

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Addio, Rosina!

 

 

20gennaio 2018 Era un’amica e un’insegnante di valore. Per lunghissimi anni ha dedicato la sua opera educativa ai fanciulli meno fortunati. Ne sono stato testimone e, qualche volta, anche collaboratore entusiasta ed affascinato dalla pazienza e dalla dedizione mediante le quali riusciva a trovare corrispondenza con alunni difficili nel vero senso della parola.

Erano ancora i tempi delle classi differenziali, che ghettizzavano soggetti particolari, talvolta non bisognevoli in assoluto di “sostegno”, ma spesso indesiderati da maestri (o maestre), che, vuoi per amor di quieto vivere, vuoi per professionalità inadatta, non riuscivano a reggere il “confronto” con alcune difficoltà educative.

Rosina li accoglieva tutti in una classe, una piccola aula che si apriva immediatamente sulla sinistra all’imbocco del lungo corridoio al primo piano dell’edificio scolastico. Tutto il suo patrimonio professionale (e non solo) veniva speso lì, nell’angustia di quell’auletta, che apriva tuttavia spazi infiniti all’avvenire di quei ragazzi, oggi adulti addolorati per la scomparsa della loro antica maestra. …

 

 

 

 

 

 

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Abbiamo “bestemmiato in chiesa”

 

 

 

 

23 dicembre 2017 image006Nell’aula consiliare mediamente affollata, l’atmosfera era quella di una circostanza piuttosto significativa. La presentazione del romanzo del magistrato-scrittore Rocco Cosentino “Nata sotto il segno del cancro” – Pellegrino editore -  è risultata essere il corollario di un discorso sul male del secolo, che affligge molte più persone di quante si possa immaginare. Le relazioni, sulle quali diremo da qui a poco, non potevano eludere, per forza di cose, riferimenti pesanti sulla sanità in Calabria. Ma parlare di sanità a San Marco Argentano è come bestemmiare in chiesa. E spiegheremo perché. Dal tavolo dei relatori, la testimonianza toccante di Lucio Lanzillotta ha aperto una ferita dolorosa nella sensibilità sociale e nell’affettuosa vicinanza di tutti verso lo sfortunato amico, affetto da patologie neoplastiche plurime e foriere si sofferenze fisiche e psichiche contro le quali Lucio continua a lottare con la volontà di un eroe e la forza di un guerriero….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Conoscere: un imperativo perenne

 

 

 

 

27 novembre 2017 Quando avverrà che la gente, tutta la gente, farà amicizia con la conoscenza? Conoscere non vuol dire soltanto entrare in contatto e recepire i dati di quella che comunemente si definisce “cultura”, che nel gergo quotidiano, nel comune sentire, viene identificata con l’istruzione, il sapere, che sia aulico o meno elevato.

Conoscere, mi piace pensare, vorrebbe poter dire avere contezza, per testimonianza diretta o per riporto attendibile, di quanto accade intorno a noi, nel territorio che si abita e di cui si determinano gli eventi direttamente o indirettamente. Conoscere gli uomini, quindi; interiorizzarne i ruoli, le funzioni, le responsabilità; valutarne e giudicarne gli aspetti tangibili come il comportamento, la dimensione sociale, le connessioni con i propri simili, il deprecato egoismo e l’auspicabile altruismo, le cordiali ipocrisie e l’indifferente sincerità. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Illustri cittadini onorari

 

 

 

 

16 luglio 2017 – Litterae non dant panem” è stata l’amara locuzione espressa dal chiarissimo prof. Damiano Fonseca durante il suo intervento nell’aula consiliare di San Marco Argentano, a conclusione della seduta che, all’unanimità dei presenti (ma non delle presenze), gli aveva appena conferito la cittadinanza onoraria assieme con il prof. Gino Crisci, rettore magnifico dell’Università della Calabria.

Una citazione quanto mai puntuale che fendeva, come una lama tagliente, l’atmosfera di solennità che si respirava mentre la profonda dottrina del prof. Fonseca si spandeva nella enorme sala attraverso l’autorevole musicalità di un eloquio la cui eleganza formale faceva dimenticare qualche improvvida esibizione “dialettica”, fuori senso e fuori luogo, che alcuni minuti prima aveva tentato di trascinare l’aula nei solchi di qualche orto brullo ormai quasi improduttivo.

Belle, nella loro spontaneità, le parole che il Sindaco, mettendo da parte per un attimo l’ufficialità codificata nel documento formale, rivolgeva a braccio agli autorevoli neo-concittadini quasi fossero, ormai da tempo, parte integrante di una città che meriterebbe tanto di più sul piano della rappresentanza civile. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Quando Berta filava

 

 

 

 

19 maggio 2017 – Tutto scorre, tutto cambia. Panta reei diceva Eraclito. E tra le cose che scorrono inesorabilmente e che ne modificano lo stato, il tempo la fa da padrone. Se ne rende maggiormente conto, talvolta con soddisfazione, talaltra con sgomento, chi ha raggiunto la mia età e di tanto in tanto si sorprende a “riavvolgere il nastro” osservando in sequenza le lente modificazioni che il Tempo sornione ha apportato alle condizioni di vita del genere umano e non solo.

Così osserviamo, spesse volte con rassegnata impotenza, i capovolgimenti delle abitudini, gli stravolgimenti delle professioni, il degrado della politica, le metamorfosi frequenti del senso comune divenuto così “liquido” (per parafrasare Zygmunt Bauman) da adattarsi senza eccessive difficoltà ai frequenti mutamenti di forma e di sostanza della complessa fisionomia della società contemporanea.

Da vecchio insegnante, mi lascio andare spesso alla considerazione critica di un assioma tanto ovvio quanto colpevolmente ignorato dalla classe politica attuale, in base al quale tra i compiti della scuola ci sarebbe quello di formare la società, non certo “costruendola” artatamente, ma agevolandone lo sviluppo nel rispetto delle norme fondamentali della nostra civiltà. Ovvero, nella puntuale osservanza dei diritti e dei doveri senza i quali prende corpo la sregolatezza dell’anarchia e lo spregio per l’autorità costituita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’inclusione

 

 

 

 

27 marzo 2017 – Uno studente chiede a Ilvo Diamanti: «Che significa essere di sinistra?»

Il prof. Diamanti, politologo insigne, risponde proponendo la definizione di “sinistra” fornita da Norberto Bobbio: «La sinistra è inclusione!» Vale a dire aprire a tutti i cittadini l’area dei diritti, con ciò intendendo il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il diritto allo studio, il diritto all’assistenza, … I numerosi altri diritti nell’ampio panorama delle attese dell’uomo non più suddito, li elenchi il lettore, quand’anche non colto, ma comunque titolare di tutte le attese legate ai tempi ed alla condizione di ciascuno.

Mi verrebbe da dire: tutti i diritti costituzionali.

A salvaguardia e a difesa di questi diritti, pertanto, dovrebbe ergersi ogni istituzione posta dall’uomo stesso nella società cui egli dà senso e ragione dal che nozze e tribunali ed are / diero alle umane belve esser pietose / di se stesse e d’ altrui “[U. Foscolo – I sepolcri – vv.91-93]. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Teorema (ovvero, “La lezione di Locri”)

 

 

 

 

21 marzo 2017 –image004 E così, si definisce “sbirro” chiunque adotti un atteggiamento di rifiuto dei fenomeni malavitosi o, molto più semplicemente, si opponga, quand’anche solo verbalmente, al malaffare in genere, ivi comprese tutte le maneggionerie poco pulite e poco oneste che vengono messe in atto a danno dei cittadini inermi.

Il campionario di queste ultime è vario e variegato. A catalogarle non basterebbe un volume di dimensioni stratosferiche e, al di là della già nota terminologia giudiziaria, occorrerebbe la messa in campo di una creatività straordinaria per inventare nomi e definizioni, nonché situazioni e circostanze, che imporrebbero numerose appendici ai codici (civile e penale, nonché delle rispettive procedure) già di per sé abbondantemente corposi. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nemo dat quod non habet

 

 

 

 

1° febbraio 2017 – Ero studente, non ancora maggiorenne. Occupavo image004un banco, necessariamente defilato sulla destra della cattedra per ragioni di spazio, in un’aula che ospitava la classe terminale della mia scuola superiore, circondato dalla naturale esuberanza di una trentina di studenti che, come me, confidavano [ahimè!] nei successi scolastici sperando che fossero forieri di altrettanti successi nella vita. Era l’epoca in cui nessuno rilevava l’opportunità di mettere in discussione il valore di un corpo docente che, simpatie o antipatie a parte, si dava in pasto con la propria autorevolezza (e, spesso, con il proprio autoritarismo) all’ansia di crescere, talvolta disordinata, di giovani ancora ignari del dedalo intricato delle strade della vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per approfondire:

http://vastano.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/01/29/trump-e-la-memoria-della-storia-tedesca/

 

 

 

 

 

 

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Chi ha vinto?

 

 

 

 

5 dicembre 2016 –  Chi ha vinto? Non ha vinto nessuno!

Il referendum popolare indetto dal governo Renzi, che ha chiamato il popolo italiano a scegliere, con un SI o un No sull’approvazione di una nutrita serie di articoli volti a cambiare la fisionomia della carta costituzionale posta a fondamento dello Stato repubblicano, si è concluso, com’era prevedibile, con una schiacciante vittoria del NO.

Come mai? – ci chiediamo. L’Italia è un Paese eminentemente conservatore o hanno giocato fattori diversi per il verificarsi di due fenomeni non sempre usuali in una campagna referendaria: la grande affluenza alle urne e il rigetto delle proposte di cambiamento?

Noi propendiamo per la seconda ipotesi. Ovvero, si è verificato un fenomeno a dir poco anomalo, che ha falsato il volto della competizione referendaria facendola diventare non già una scelta razionale di cambiamento, ma l’espressione netta di consenso o dissenso (stima o disistima – se volete) verso la persona del presidente del Consiglio dei Ministri, nella fattispecie Matteo Renzi.

Una personalizzazione quanto mai inopportuna, assimilata da molti ad un atteggiamento di innata sbruffoneria, che ha impresso sulla scheda elettorale, in filigrana impalpabile, il volto del presidente del Consiglio, il suo sorriso di sufficienza portato sulle piazze ed ostentato su tutti gli schermi televisivi in campagna elettorale, per cui è risultato quasi istintivo il segno sul NO. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Formarsi un’opinione

 

 

 

 

30 novembre 2016 –  «Se ne sentono di tutti i colori!» è l’espressione che si sente dire da ogni parte ascoltando la gente per strada, gli amici al bar o nei salotti, gli avventori e gli esercenti durante l’incombenza della spesa quotidiana, gli ascoltatori (o spettatori) delle più disparate emittenti radiofoniche e televisive al di là di quelle paludate e altisonanti, che ospitano piccoli e grandi personaggi fautori del SI o del NO al referendum costituzionale, per il quale andremo ad esprimerci, nella qualità di cittadini, il 4 dicembre prossimo.

Non parliamo, poi, della colonizzazione del web, che parla a tutti per parlare a ciascuno e lo fa quasi sempre, purtroppo, fatta salva la buona pace di alcuni, con toni di saccenteria gratuita e con un linguaggio spesso assimilabile a quello di un carrettiere dei primi anni del secolo scorso, che indurrebbe al riso se non fosse la risultante di un fenomeno di tristezza sociale e culturale tutta da studiare e da analizzare criticamente…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Le nozze con i fichi secchi

 

 

 

 

28 novembre 2016 – Incredibile! Un musical dai contenuti artistici e culturali di altissimo livello viene rappresentato in un ambiente assolutamente discutibile, che per ben 70 euro di biglietto d’ingresso (e dopo circa tre ore di viaggio in automobile) ti fa trovare, nelle primissime file, sedie di plastica. E per di più, ai servizi, bagni alla turca. Le classiche nozze con i fichi secchi.

Parliamo del celeberrimo “Notre Dame de Paris”, che dal Gran Teatro di Roma e dall’Arena di Verona, si trova catapultato nel Sud del Sud di una Calabria che non ha mai realizzato una struttura idonea ad accogliere degnamente un evento di tal genere. Probabilmente, senza il “Palazzetto” di Pentimele, dove è stato rappresentato negli ultimi tre giorni fino a domenica scorsa, lo spettacolo non sarebbe mai arrivato in Calabria e tanti estimatori del genere musical non avrebbero goduto dell’evento che, nel suo genere, è assolutamente straordinario. Ciò non toglie che la commistione evento-luogo stride notevolmente e disturba non poco il gusto estetico che di norma deve accompagnarsi a manifestazioni artistico-culturali di questo tipo. È anche un fatto di amor proprio. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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A volte ritornano

 

 

 

 

20 ottobre 2016 – Il titolo è ispirato al celebre libro di Stephen King - il primo - che l’autore stesso ci presenta con una prefazione, nella quale si legge, tra l’altro, un’espressione di questo tipo: ««... è ancora buio e sta piovendo... C'è qualcosa che ti voglio mostrare, qualcosa che voglio che tu tocchi. …»

E sull’ospedale di San Marco non ha mai smesso di piovere da quando il dio delle tempeste lo ha collocato al centro dell’occhio del ciclone, nel vortice degli interessi di parrocchia fatti passare agli occhi dei più sprovveduti supporter – ma anche dei più accreditati e spregiudicati comprimari - come ragion di Stato.

Ma da cosa traggo, oggi, lo spunto per ritornare su un argomento trito e ritrito come la drammatica storia di cui è stato sciagurato protagonista l’ospedale di San Marco? Da un servizio giornalistico di una emittente regionale, “TEN” (Teleuropa Network, per l’esattezza), in cui i sindaci di San Marco e di Cervicati lamentano le condizioni in cui versa l’ex nosocomio e, con determinato spavento, esprimono i timori che anche quel poco che rimane a livello di risposte sanitarie sarà destinato a sparire lasciando le nostre popolazioni crudelmente prive di qualsiasi supporto sanitario abilitato a dare una prima pronta risposta ad eventuali emergenze. (Video)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Cattivi si nasce o si diventa?

 

 

 

 

15 ottobre 2016 – Può capitare a chiunque di svegliarsi troppo presto una mattina e, trasgredendo l’abitudine inveterata di aprire le pagine di qualche saggio appena comparso sul mercato editoriale, accendere il computer ed effettuare una ricerca annoiata - ma distensiva – tra le pagine dei social network che, da un attimo all’altro, si moltiplicano e si ampliano con velocità esponenziale. Trovo divertente, ogni tanto, percorrere in direzione diametralmente opposta, la strada che si apre al desiderio di tenersi informati sui fenomeni della società e precipitare, come su una vetturetta dell’otto volante, nel baratro delle ovvietà sgrammaticate che proliferano sui suddetti “social”, salvo poi a risalire, con altrettanta celerità, nel dignitoso quotidiano che ti avvolge con i suoi problemi, le sue faccende imprescindibili, le sue esigenze di sopravvivenza, al di là e al di sopra di certi spazi di evasione più o meno leggeri, ma comunque rigeneranti. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Si torna a scuola

 

 

 

 

13 settembre 2016 – Abbiamo visto i banchi di scuola far ritorno nell’edificio di Via Vittorio Emanuele. Ma tutto ciò accadeva anche il 15 settembre del 2014 per essere oggetto di una evacuazione lampo pochissimi mesi dopo, esattamente alla fine di febbraio del 2015. Stavolta vogliamo sperare che sia quella buona.

C’erano nell’aria avvisaglie di nuovi temporeggiamenti. Circolava insistente (anche se non controllata) la voce che qualcuno, con molta probabilità, si era precostituita la possibilità di mettere in atto una nuova piccola carognata per far sì che il portone dell’edificio rimanesse chiuso ancora una volta il 14 settembre di quest’anno, inferendo un ulteriore colpo basso alle attese degli alunni e delle loro famiglie. …

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dopo la cattiveria, ‘a ciutìa!

 

 

31 agosto 2016 – C’è voluta tanta cattiveria (e che cattiveria!) per chiudere l’ospedale di San Marco. Non c’erano ragioni valide alla base del provvedimento di chiusura. C’era solo malignità, coscienza sporca, interessi inconfessabili che nulla avevano di proiezione positiva sulla popolazione. Così, quindi, senza ragioni, senza una logica evidente e senza la minima esitazione, l’ospedale è stato chiuso tra metaforici applausi conniventi di una buona fetta di popolazione al servizio, che ancora oggi non si è svegliata dall’incubo che, prima o poi, terrorizzerà il sonno profondo nel quale giace da parecchio tempo, beata nella sua postura prona piuttosto che sdraiata. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Buona fortuna, prof.!

 

 

 

 

30 agosto 2016 – Con l’avvento del tepore settembrino, si apre un nuovo anno scolastico al quale hanno fatto da apripista le cronache esasperate, divulgate dai mezzi di informazione attraverso tutte le forme nelle quali esse si propongono.

Dalle noie procurate ai docenti di ogni ordine e grado per via delle norme approssimative derivanti dalla legge 107/2015 (la “buona scuola”, per intenderci) alle inqualificabili manifestazioni di pressappochismo che hanno disegnato il volto di molte scuole della provincia e non solo, il nuovo anno parte all’insegna del disordine e dell’incertezza. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Informativa sulla privacy

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo sito nasce, nei primissimi giorni di maggio del 2013, per osservare e riferire un po’ di quanto si muove sulla scena politica a San Marco Argentano, prevalentemente nel palazzo comunale.

Balza agli occhi immediatamente che siamo di fronte ad uno scenario drammatico sul piano della qualità e della competenza, confuso e disorientato sul piano politico, scadente sul piano dell’autorevolezza nel contesto territoriale.

Calca la scena un cast di “attori” dalla innata predisposizione per la recita a soggetto, che un finto regista muove secondo un concetto di intercambiabilità perenne. Comparse e primi attori si confondono nel tira e molla delle cariche affidate secondo la “strategia” del pressappoco, per cui vengono ritirate, riaffidate, rimodulate, mollate e riprese tra entusiasmi e musonerie che fanno parte del canovaccio, come una scena da teatro dell’arte di qualche secolo fa.

Sembra di assistere ad una rappresentazione dell’opera dei “pupi”, con la differenza che il “saracino” qui è nel Palazzo, dove è entrato con le sue truppe allineate e coperte marciando all’inno di “Aggiungi un posto a tavola”.

Gli amici di ieri sono i nemici di oggi e Dio solo sa che cavolo saranno domani.

Il cielo ci è testimone, immobile come gli allineati.