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San Marco Argentano - Polis

 

 

 

5 maggio 2014

Ora ci si mettono pure loro

Siamo seri, ragazzi! Resuscitare i morti, secondo le scritture, è riuscito solo a Gesù Cristo. L’ospedale è morto e i killer che lo hanno assassinato vagano liberi per le strade della città. Ma quel che è più grave è che vanno dicendo alla gente che lo resusciteranno quanto prima, per avere il piacere di assassinarlo una seconda volta.

Non cadete anche voi nella trappola delle favole elettorali. Lasciate questo ingrato compito ai gregari di qualche capopopolo spregiudicato, ormai allo sbando, che sa di non avere più in futuro alcun potere per incidere su decisioni sovracomunali. A qualcuno è bastato premere il grilletto una sola volta per colpire al cuore il nostro nosocomio, che, con la sua qualità, avrebbe ostacolato disegni futuri di cui tutti hanno contezza.

Finché la sanità calabrese sarà nelle mani di certi commissari straordinari, gli ospedali della provincia di Cosenza saranno gli ultimi ad attirare l’attenzione di chi dovrebbe renderli degni di questo nome. Il business della salute, come quello dal caro estinto, non conosce ormai limiti. Si allarga a macchia d’olio attirando la cupidigia di ci non va troppo per il sottile nella pratica del fare denaro a scapito di chiunque.

Il vero problema di chi oggi intende fare politica sanitaria non è tanto quello di resuscitare i morti, quanto, invece, quello di portare allo scoperto i manovratori occulti dello sconquasso della sanità, da noi come dovunque. L’imperativo categorico è mettere a nudo tutto il sommerso, nascosto sotto una cappa di omertà che non è meno colpevole dell’operatore protagonista.

Ciò non vuol dire che bisogna abbandonare la lotta. Tutt’altro! Bisogna indirizzarla senza paura verso i colpevoli del disastro, neutralizzandoli, facendo in modo che non producano più danno. Né si può essere soddisfatti se lasciano la Regione ed emigrano in Europa o si racchiudono nel proprio recinto perpetuando il rito delle microclientele.

Tuttavia, c’è ancora gente che tiene loro bordone, che li sostiene, che ne infoltisce la corte, incuriosendo chi assiste costernato al fenomeno chiedendosi quanto gli somiglia. Non si rende conto che aver chiuso un ospedale non è solo una profonda ferita al diritto alla salute, ma sono occasioni di lavoro che saltano, economia che si depaupera, povertà che cresce, giovani che ci abbandonano, anziani che soffrono di più.

In conclusione, l’interrogazione va bene, ma non fatta oggi in campagna elettorale. Oggi è solo un pannicello caldo: il “Pasteur” chiuso è e chiuso rimane. E se dovesse diventare “Casa della salute”, come alcuni sostengono, sarà la più grossa presa in giro ai danni della popolazione. Sarà denaro buttato dalla finestra, come quello sparso finora a destra e a manca, da seminatori sotto l’attenzione della magistratura, per concimare la mala pianta della corruzione. Se ne potessimo recuperare solo la metà, terremmo aperto più d’un ospedale.

Ne volete la dimostrazione? Leggete il Quotidiano di Sabato 3 maggio:

Dov’è, in questo pistolotto dalle finalità fin troppo evidenti, il nome dell’ospedale di San Marco? Accanto a Scopelliti, nell’intervista filmata, era seduto anche il nostro consigliere regionale Serra, che avrebbe dovuto fargli venire in mente che in provincia di Cosenza c’è una piccola sfortunata realtà che si chiama San Marco Argentano. Evidentemente, il nostro pensava ad altro. O forse era preoccupato al pensiero che a qualcuno potesse venire in mente dove si possono trovare i soldi per rivitalizzare il nostro ospedale.

L’intervista continua con un elenco di opere relative alla viabilità e non si legge assolutamente nulla circa la strada di Cavallerizzo. Evidentemente, c’è la vaga presa di coscienza che per loro, in questo territorio, non ci sarà più “trippa per gatti”.

Per farla breve, così siamo e così rimarremo se a rigirare la frittata saranno sempre gli stessi. Che abbiano o meno interesse a lasciare le cose come stanno, non lo so e non lo voglio sapere. Sta di fatto che noi siano fermi da oltre venti anni; e se qualche passo è stato dato non si è trattato di passi in avanti. Abbiamo solo registrato retromarce.

Nel prossimo mese di maggio, ci si presenterà l’occasione per cambiare registro e chiunque vorrà farlo non si lasci sfuggire l’opportunità. Ai soddisfatti di questo stato di cose auguriamo buona fortuna e speriamo che non abbiano a pentirsene.

Luigi Parrillo