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San Marco Argentano - Polis

 

 

24 marzo 2014

Il mestiere di “giornalista”

Il mestiere di giornalista, o di modesto corrispondente periferico come nel nostro caso, è una delle cose più difficili da esercitare, perché non sempre chi si cimenta in questa attività riesce a tenere la barra dritta verso la terzietà.

Consapevolmente o meno, si incorre nel difetto della partecipazione emotiva (quando risponde ad una emozione in buona fede), nella deriva non disinteressata, nella contraddizione di se stessi per vuoti di memoria, e altri barcollamenti, per tutta una serie di “ragioni” comprensibili, se si vuole, ma non condivisibili.

Tra le cose meno condivisibili di tante altre, c’è il complesso dello scrivere a tutti i costi. Vendere una copia in più è importante, ma la faccia…

Nella prima metà degli anni ’70, un simpaticissimo scrittore, il giornalista Luca Goldoni, pubblicò un best-seller dal titolo assolutamente emblematico: “Cioè”. Un libro nel quale l’autore stigmatizzava il tempo presente, definendolo l’epoca del “cioè”: un periodo in cui questo intercalare, tipico di una certa generazione, stava a dimostrare come la gente avesse tanto da parlare, ma poco da dire. Certi articoli di giornale rappresentano tale categoria in maniera incontestabile.

Ieri mattina, i quotidiani locali, che si interessano assiduamente della politica sammarchese, avevano due titoli, a dir poco, fuori dalla realtà oggettiva.

 

 

Il primo, che nella stesura del pezzo dice tutto e non dice nulla di sostanzialmente nuovo, fa “spuntare” nel titolo, come terzo imprevisto tra Artusi e Mariotti, “pure” Antonio Lanzillotta che, da tempo, per la verità, viene indicato dallo stesso giornale come candidato emerso dalle indicazioni della squadra di cui fa parte il PD. Sarebbe altro, ad onor del vero, il “virgulto” che spunta come un fungo, tra posizioni saldamente consolidate,  in un terreno già densamente popolato, come sanno i ben informati. Non si può confondere l’elettorato proponendo una serie di arzigogoli supposti, che denotano una scarsa capacità di leggere la realtà con oculatezza e con acuto spirito di osservazione. I forse, i chissà, e gli interrogativi sparsi qua e là, non aiutano i lettori. Incrementano il gossip e la fantapolitica. Se è questo l’obiettivo da raggiungere, il ruolo è esercitato a meraviglia.

 

 

Il secondo, che qualifica uno dei concorrenti come colui che “non intende stringere alleanze”, dimentica che fino all’altro ieri era all’affannosa ricerca di alleanze nello schieramento di qua e nello schieramento di là. Dopo aver trovato le porte chiuse di qua e di là, quale altra alternativa aveva a disposizione? Lo stesso giornale, il 18 marzo scorso, titolava: “Con Serra non è andata, Artusi si gioca un’altra carta” . E nell’occhiello: “…ha avviato un nuovo confronto politico con il PD”.  Altro che non intende. Non può! E sorvoliamo sulla teoria, tutta da verificare nei fatti, del passo indietro.

Infatti, non più tardi del tardo pomeriggio di ieri - domenica 23 marzo 2014 -, in contrada Mancino, sostenitori (forse emissari) del non-mi-alleo e del passo-indietro, peroravano appassionatamente aperture e alleanze nei confronti del gruppo Lanzillotta.

E stamattina? Leggiamo l’articolo.

Informare è una cosa seria. Va detto chiaramente quando si hanno difficoltà ad essere imparziali e obiettivi. Appare quanto meno strano che dalle pagine del giornale di Regolo e di Citrigno, si sponsorizzino, tra le righe, i figliocci di Gentile, con annessi e connessi. A meno che non si dichiari apertamente di avere sposato una causa e quale. Compreremmo e leggeremmo il giornale con aria meno sospettosa.

Luigi Parrillo