Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Home_symbol

San Marco Argentano - Polis

 

 

 

13 novembre 2013

Quo usque tandem….

 

Cesare Maccari - Cicerone denuncia Catilina - Affr. Pal. Madama - Roma

E Ruggiero Falbo rispolvera Cicerone nella sua personale catilinaria contro l’ormai superchiacchierato consigliere regionale Giulio Serra, sempre al centro di critiche e polemiche per la sua “disinvolta” maniera di fare politica.

E si che, alcuni anni fa, se ne era interessato persino il Corriere della Sera in un graffiante editoriale per la firma autorevole di Gian Antonio Stella. (vedi)

Falbo denuncia, attraverso le pagine della Gazzetta del Sud del 13 novembre ultimo, le discutibili vicende politiche del personaggio in questione, degne della più articolata sceneggiatura di una complicata telenovela. Una telenovela politica, s’intende, i cui intrecci potrebbero tranquillamente dar luogo alla realizzazione di uno sceneggiato televisivo o cinematografico, caratterizzato da interazioni altalenanti tra pubblico e protagonisti, tali da far invidia ai classici del romanzo storico italiano e non solo.

Stimolata, così, la nostra antica e mai sopita passione per il vecchio, buon latino, abbiamo cercato sul web qualche traduzione meno paludata della 1ª catilinaria di Cicerone e ci siamo soffermati, con divertita attenzione, su di una traduzione piuttosto efficace, ancorché leggermente parafrasata, che abbiamo sfrondato del superfluo e che, senza decontestualizzare (vedi), poniamo all’attenzione di chi volesse leggerne il contenuto. Naturalmente, citiamo in calce la fonte da cui è stata desunta.

La differenza tra la catilinaria ciceroniana e quella del segretario del Partito Democratico è che, mentre la prima invita l’accusato ad andarsene quantomeno in esilio, quest’ultima si chiude con un invito al confronto – se non proprio al dialogo – denotando un senso della democrazia che va ben al di là delle minacce seminate a casaccio da alcuni “sostenitori” di parte dalla caratura piuttosto discutibile. Il PD vuole il confronto per mettere ben in chiaro posizioni e progetti. Le prime per eliminare sospetti di fughe in avanti o trasformismi di comodo; i secondi per valutare ogni possibilità realizzativa delle eventuali proposte di governo della città o del comprensorio, ad onta di fumose programmazioni destinate a rimanere sulla carta o nella fantasia di “politici” cui manca il senso della realtà.

 Un titolo su sei colonne non lascia dubbi sull’attenzione che la stampa locale ha dedicato alle dichiarazioni di Ruggiero Falbo. In realtà, nei prossimi mesi prenderanno corpo i giochi che decideranno del futuro della città per il prossimo quadriennio amministrativo.

Sono in atto manovre che non sfuggono all’attenzione della gente, la quale dovrà poi pronunciarsi sulle figure umane e politiche che le chiederanno il consenso elettorale. E anche la natura e la qualità delle manovre dovranno dare al cittadino elettore l’immagine reale dell’onestà e della correttezza di chi le mette in atto. È da questi indizi che si deduce la caratura dei soggetti coinvolti e si può facilmente immaginare con quale onestà e con quanta correttezza questi si predispongono a governare la cosa pubblica. Non c’è dubbio che chi è abituato a esprimersi attraverso comportamenti non lineari non potrà mai cambiare abitudini solo perché si troverà a gestire il governo della città. Anzi, è proprio in questi casi che, di solito, si mettono in atto le peggiori strategie truffaldine; le cronache dei nostri giorni ce lo dimostrano quotidianamente.

Certo, le ultime esperienze amministrative devono servire di lezione a tutti. Ripeterle sarebbe decretare la condanna a morte della nostra città.

Luigi Parrillo