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Roma, 26 novembre 2021

La pietà non è morta

Pensavamo che la fine della seconda guerra mondiale, del nazismo, dei campi di concentramento e di sterminio, avrebbe segnato l’inizio di un nuovo mondo di pace e di rispetto della dignità umana.

Pensavamo che non avemmo più visto immagini di uomini, donne e bambini – che fuggono da guerre, persecuzioni, miseria – intrappolati, senza acqua, cibo e senza alcun rifugio dal freddo gelido, in quella che viene definita la “foresta della vergogna”, sulla linea di confine tra la Bielorussia e la Polonia, foresta dove hanno trovato la morte per freddo e fame dei migranti ed un bambino di pochi mesi, “lasciati morire sull’erba”.

Persone ridotta a mere cose. Spinti dalla Bielorussia verso il confine con la Polonia e da questi respinti. Persone ridotte e strumenti di pressione nei confronti della “civile Europa” che, custode gelosa dei diritti dei propri abitanti, è cinicamente incapace di tutelare quei diritti che appartengono a chi di quella comunità non fa parte.

Pensavamo che, dopo la caduta del muro di Berlino, non avremmo più visto alzare muri, barriere, filo spinato per segnare i confini di una nazione europea.

Eppure, tutto questo accade oggi, in Polonia, in Europa!

Di fronte a tanto furore disumano ci si chiede se la memoria degli orrori del passato sia andata perduta.

Ma l’umanità non si è spenta in ogni uomo. Alla disumanità di tante persone si contrappone l’umanità di tante altre che, mosse da compassione e solidarietà, pur rischiando la propria incolumità, si addentrano nella foresta per salvare vite umane.

Così nelle case in territorio polacco, in prossimità della linea di confine, si accendono ogni sera delle luci verdi… “le lanterne verdi” per segnalare ai migranti, che riescono a superare il confine, un luogo di accoglienza.

Mi chiedo ancora una volta che fare perché non accada più tanto orrore.

Coltivo un’unica speranza nelle nuove generazioni che non conoscono confini, che in ogni parte del mondo lottano unite per la salvezza del pianeta.

Io credo che l’unico antidoto alla crudeltà ed all’odio sia l’educazione. È necessario educare i propri figli, i propri alunni, al rispetto dei diritti e delle dignità di ogni uomo, perché “tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti” (art.1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani. Assemblea generale delle Nazioni Unite 10/12/1948).

Maria Gloria Attanasio