24 giugno 2013

 

Bambini, che farne?

               

Avevamo avuto notizia, e lo abbiamo immediatamente riferito, dei problemi di ricettività della Scuola dell’Infanzia, che hanno mandato in bestia i genitori, i quali, riunitisi recentemente, pare abbiano ulteriormente chiesto alle autorità competenti di sapere quali iniziative concrete siano state messe in campo per risolvere la questione.

Oggi, ecco che arriva l’altra tegola in testa: i bambini, nelle ore pomeridiane, non possono frequentare la Villa comunale perché i cancelli risultano sbarrati. Un lucchetto nuovo di zecca ne ferma i battenti e, come il giardino del famoso “gigante egoista” di Oscar Wilde, impedisce ai bambini di entrare a godere dell’ossigeno della sua vegetazione e dei giochi (pochini, in verità) che rappresentavano, fino a una settimana fa, un sano sfogo alla loro esuberanza infantile.

La consigliera Anna Maria Di Cianni ci ha fatto pervenire il testo di una sua interrogazione (pubblicata integralmente), dalla quale si evince, nell’implicito, che le ragioni della chiusura sarebbero da ricercare nel tentativo di impedire che vengano perpetrati a danno dei giardini pubblici atti di vandalismo.

Il “vandalo” intenzionato veramente a far danni alla struttura, entra nella villa da qualsiasi parte; non ha bisogno dei cancelli. Il vandaletto occasionale può essere tranquillamente frenato e punito. E il freno al vandalismo lo si può porre in mille modi, che vanno dall’istallazione di un impianto di videosorveglianza (come suggerisce la Di Cianni) alla sanzione con una multa esemplare comminata al soggetto che venisse scoperto a danneggiare, in qualche modo, elementi della struttura, anche quando il soggetto identificato appartenesse a famiglia insospettabile (che non vuol dire intoccabile).

I bambini non posso essere mortificati a causa di qualche mascalzoncello che si ha timore di punire per ragioni comprensibili, ma non legittime.

Anche in questo caso, come abbiamo evidenziato per molte altre circostanze, manca il coraggio di assumersi in toto le proprie responsabilità. Chiudere i cancelli, pertanto, vuol dire, né più né meno, sfuggire alle responsabilità e al dovere. È come se, per evitare i divieti di sosta o la marcia contro mano, chiudessimo le strade. Vi pare logico?

E poi, i bambini che ne sanno del vandalismo? Loro vogliono garantiti degli spazi utili per trascorrere il tempo libero in movimento e in allegria senza i pericoli che incontrerebbero per strada. Le autorità locali hanno il dovere di garantirglieli, mettendo in campo la loro intelligenza, la loro cultura, la loro inventiva, il loro interesse per le fasce deboli della società.

Uno slancio di personalità, signori!

Altrimenti, - e non si fa per dire – costruite un alto muro di cinta intorno al centro storico, sbarratelo con un robusto portone di acciaio temperato, chiudetene la serratura a tripla mandata e buttate la chiave nel Fullone. Avrete, così, realizzato la vostra ultima opera pubblica e avverato il sogno che qualcuno accarezza da sempre.

Luigi Parrillo