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31 marzo 2015

I regionali e la cometa di Halley

Che qualche autorevole rappresentante di centro-sinistra della Regione Calabria si affacci di tanto in tanto a San Marco Argentano, non è certamente cosa disdicevole. Lo diventa, però, quando l’affacciata avviene timidamente e con intervalli decennali, come se il territorio fosse alieno da simpatie verso il settore politico appena menzionato, o fosse zona off-limit per chi non orbita nella sfera di “interesse” di qualche ras tradizionale della zona.

Ci riferiamo, naturalmente, alle affacciate ufficiali. Se poi, sul piano privatistico, si frequentano talune nostre periferie per convegni di natura conviviale o di altro genere, la cosa non ci riguarda anche se contribuisce a sbiadire ulteriormente l’immagine già di per sé non vividamente colorata dei soggetti presi in considerazione.

Tuttavia, concedendo tutte le attenuanti generiche che il caso richiede, ci auguriamo, essendo la spes ultima dea, che l’ultima visita ufficiale sia la prima di una nutrita serie e che, oltretutto, sia scollata da quella tanto vituperata spartizione virtuale del territorio che rappresenta il legaccio invisibile atto a racchiudere in un fascio indissolubile soggetti provenienti da più estrazioni ideologiche (si fa per dire) teoricamente agli antipodi.

Perché non sarebbe giusto, né politicamente corretto, alimentare speranze che saranno poi coltivate da politici senza scrupoli né fede, pronti a fare proprie le idee altrui sfruttandone tutti i vantaggi politici, economici e di qualsiasi altro genere.

Né ci si farebbe una bella figura se, alla fine, si risultasse solo gli apripista di sentieri facilmente percorribili da altri, grazie allo start – anche se non volontariamente finalizzato – di personaggi notoriamente vicini ad altri comprensori territoriali.

Il voto, ormai, è diventato come il denaro, pertanto bisogna guadagnarselo e, oltretutto, meritarselo. È vero che, come il denaro, non olet (non puzza), però chi sa usare il cervello riesce quasi sempre a ricondurlo alla fonte. Molti “ex ingenui” non voteranno più per partito preso. Il consenso, d’ora in poi, andrà sottilmente connotato anche, e soprattutto, dal volume delle pagine di cronaca delle quali si renderanno protagonisti i questuanti elettorali.

Basta, quindi, con le affacciate dai tempi simili a quelli della cometa di Halley. I cittadini, quelli giovani particolarmente, non stanno più con il naso per aria e la testa tra le nuvole. Tra le cose che non vedono, a stento riescono a credere nel Padreterno, figuriamoci nei politici a luce intermittente.

Il nostro territorio ha bisogno di cure assidue ed intense perché esca dal coma farmacologico in cui lo tengono gli attuali “sanitari”. Chi intende prendersene carico esca da ogni equivoco, emerga in tutta la propria figura e dimostri fattivamente di averne le capacità e la forza. In caso contrario, stia buono dov’è. Di belle parole abbiamo in loco fonti inesauribili e siamo pronti a venderne a chiunque ne abbia bisogno.

I nostri giovani, quelli normali che non abbiano genitori o parenti prossimi maneggioni, si sono nutriti di belle parole condite con delusioni brucianti. Adesso vogliono cambiare menu: vogliono verità sacrosante, crude, ma non illusorie. E questa Regione, quand’anche contaminata sul nascere dalle solite manfrine trasversali, si riveli “nuova” almeno in questo e apra spiragli di futuribilità possibile a chi è destinato (costretto, se vogliamo) a vivere in Calabria, quasi fosse una bestemmia o una condanna.

E che Dio ce la mandi buona!

Luigi Parrillo