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  giugno 2014 Si
  riparte (ovvero, ricomincio da quattro)   Dopo
  la parentesi commissariale, si riapre il sipario su un consiglio comunale eletto,
  nella bella aula consiliare di Palazzo Santa Chiara. Al di là della facile
  retorica della stampa locale sulla presenza di ben otto donne tra i banchi
  del consiglio, l’attesa dei cittadini, almeno di quelli depositari a pieno
  titolo di questa qualità, è rivolta in direzione di una reale svolta
  politico-amministrativa annunciata – promessa, direi – in campagna
  elettorale, con enfasi e non solo. Le
  donne sono un elemento importante nella composizione del Consiglio. E la
  nostra speranza è che riescano a debellare un maschilismo tradizionalista che
  ancora detiene le leve direzionali, difficili da “mollare” quando si proviene
  da esperienze ultraventennali di utilizzo sottostimato delle donne in questi
  consessi.  Era il 9 giugno del
  1995 quando stigmatizzavamo tale atteggiamento antistorico e antisociale nel
  sindaco (sigh!) dell’epoca. Ancora qualche tempo dopo, cocciutaggini maschiliste
  furono causa di una sconfitta di misura, probabilmente anche per ragioni di
  questi tipo.
 Oggi,
  a distanza di diciannove anni dalle prime stupide supponenze, si spera che
  l’affermazione del genere femminile, ancorché utile a qualcuno sul piano squisitamente
  elettoralistico, sia foriera di significativi cambi di registro nella
  gestione della cosa pubblica nel nostro comune. Meno
  richiami storici ad una certa “continuità”, sbandierata in campagna
  elettorale, potrebbero creare un clima certamente più disteso tra maggioranza
  ed opposizione, anche in considerazione del fatto che il gruppo di minoranza
  è rappresentato da donne al 50%.  La
  lite, tanto cara a certa “gente” che millanta qualità di cittadinanza, non
  serve a nessuno. A meno che non la si voglia cavalcare per la solita finalità
  poco onesta di creare ulteriori fratture sociali ad uso e consumo di chi ne
  ha sempre goduto. Ne hanno tratto vantaggio persino ambigue bilocazioni, che
  si aggiungono a tutta una serie di elementi decisamente non positivi. La
  stampa anticipava, stamane, una bozza di organigramma tutta da verificare nel
  tardo pomeriggio di oggi.    
   
   Noi, per abitudine inveterata, non facciamo i profeti né gli
  indovini (checché ne dica qualche critico letterario dell’ultima ora) e,
  pertanto attendiamo lo svolgersi degli eventi per la cronaca e i commenti del
  giorno dopo.
 Ci corre l’obbligo, in ogni caso, di formulare gli auguri di
  buon lavoro a tutti i componenti del consiglio comunale, con la speranza che
  la città possa trarre il massimo dei vantaggi sociali possibili da questa
  nuova formazione, poiché si avvale di un nuovo motore propulsivo identificato
  nei quattro consiglieri di minoranza,
  tesi ad esprimere una forza ed una determinazione non comuni. Nella nostra città, che ormai ama qualificarsi anch’essa come
  la città del peperoncino, anche ai cavalli da corsa non è inutile
  somministrare un po’ di pepe sotto la coda. Luigi
  Parrillo       |