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San Marco Argentano - Polis

 

 

 

7 febbraio 2014

 

Parenti serpenti

 

Il quadro politico locale tende ad assumere connotazioni sempre più indistinte, sia nella nomenclatura, sia nelle modalità di esplicazione. (leggi)

Partiamo dalla nomenclatura. Abbiamo sul territorio cittadino aggregazioni politiche così definite:

1.        Partito democratico.

2.        Popolari e democratici.

3.        Progetto democratico.

Se fossero nomi e cognomi avremmo nomi diversi con lo stesso cognome. Vuoi vedere che sono parenti?

Se volessimo ridurli in acronimi ci troveremmo di fronte ad una identità sconcertante: PD.

Ora, il primo soggetto ha una sua identità originale, riconosciuto giuridicamente e politicamente a livello nazionale, con organismi definiti ed individuabili, organi statutari e sede ufficiale.

Il secondo galleggia nella palude della politica locale da più anni e da più legislature. È caratterizzato da intercambiabilità occasionale e di comodo, con un piccolo zoccolo duro che fa capo all’ideatore padrone, la cui intraprendenza ne garantisce la sopravvivenza (ma non l’assetto democratico), salvo incidenti di percorso più o meno gravi che, negli ultimi tempi, non mancano di verificarsi.

Il terzo soggetto, che “irrompe” – dice il giornale – nel panorama politico locale, è in via di concepimento. Assume la democrazia nelle intenzioni e il moderatismo nell’impianto teorico. Nei fatti, non sappiamo che cosa è e che cosa vuole: è alla ricerca di utili apparentamenti e il nome “progetto” non corrisponde ad un progetto (nel senso di piano programmatico) di sviluppo per la città. Chiede adesioni sulla "progettazione” di una lista che ritiene vincente, ma non su una serie di cose da fare per San Marco, sulla scorta della cui condivisione si può chiedere di convergere, non su altro.

Presso di noi, le parole hanno un senso ed un valore. E persone che si considerano esperti di linguistica (o di glottologia) tanto da riuscire con estrema disinvoltura ad attribuire paternità linguistica e stilistica a discutibili foglietti anonimi, dovrebbero capire che solo dando un senso alle parole si risulta chiaramente leggibili e comprensibili dai cittadini.

“Progetto democratico”, quindi, va chiarito in entrambi i termini della denominazione. Non disprezzeremmo, altresì, la descrizione dell’identikit del moderato tipo, tanto per farci un’idea.

Ne conosciamo il coordinatore, l’avv. Artusi, con il quale abbiamo condiviso, in passato, esperienze pregresse di amministratori comunali tra le file dell’antico e nobile Partito Socialista, faro della sinistra, che in Calabria brillava particolarmente per la presenza di nomi illustri, tra cui quello autorevolissimo di Giacomo Mancini, quello vero!

A margine di tutto ciò, si sente parlare ogni tanto di una aggregazione pentastellata, sulla cui composizione poco si dice, anche perché recentemente colpita da qualche defezione.

 Su tutta questa bella spalmata di buone intenzioni (e non altro che questo), da stamattina aleggia la notizia che la magistratura ha fissato per l’undici marzo prossimo, l’udienza per rispondere delle accuse di falso, diffamazione, peculato e truffa, rivolte dall’avvocato generale Scuderi ai consiglieri regionali Antonio Rappoccio e Giulio Serra. (leggi l’articolo di “Gazzetta del Sud)

Del primo ci interessa poco, ma il secondo è parte integrante, nonché protagonista di rilievo, della politica del nostro territorio e, prevalentemente, della nostra città. L’ombra di rimborsopoli, quindi, potrebbe offuscare ulteriormente la poca chiarezza nella quale si articolano le strategie politiche di questi ultimi giorni.

Il cittadino sammarchese avrà un bel da fare per districarsi in questo labirinto, che corre il rischio di intricarsi ancor di più se sarà caratterizzato da apparentamenti che, alla luce degli ultimi avvenimenti e delle ultime notizie, diventano rischiosi sul piano della credibilità e su quello della durata, nonché dell’immagine di una futura amministrazione, qualora venisse coinvolta, anche se di striscio, nella scia di qualche brutto polverone. L’orizzonte non è così limpido come si vorrebbe far credere.

Sono tempi brutti. Tempi in cui c’è poco da ridere e tanto da riflettere. Noi lo stiamo dicendo da tanto, tanto tempo.

Luigi Parrillo