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San Marco Argentano - Polis

 

 

12 novembre 2014

Dopo la ministra, la solita minestra.

I titoli non sono mai stati, a memoria d’uomo, una prerogativa d’eccellenza della “Gazzetta del Sud”. Costruiti per sfiorare appena la centralità dei contenuti, avevano prevalentemente lo scopo di indurre lettori occasionali a comprare qualche copia, puntualmente cestinata dopo una prima deludente lettura.

Stavolta, tuttavia, diamo per scontato che il titolo ci abbia “azzeccato”.

Noi abbiamo ascoltato con attenzione il saluto del sindaco Mariotti al ministro Lorenzin. E non abbiamo perduto neppure una parola degli interventi successivi, che aprivano con chiarezza inequivocabile la campagna elettorale per qualche candidato locale del centro-destra. Una manifestazione, tutta di parte, svolta in luogo istituzionale, dove la locuzione “il nostro partito” strategicamente collegata ai “fratelli Gentile”, illudeva gli astanti facendo pensare che, a breve, si sarebbero aperte le porte del paradiso in terra alle persone condannate, dalle sciagurate politiche di noti personaggi, a patire l’inferno di una sanità da terzo mondo. Non ci stupiremmo se, un giorno o l’altro, dovesse intervenire Gino Strada con la sua organizzazione per dare risposte, o quanto meno conforto, a quanti soffrono per salute malferma, che nessun ministro, trascinato per mano fino a San Marco Argentano, potrà alleviare con belle parole.

A dir la verità, non così belle se spara in faccia ai politici presenti, dando ragione alle polemiche, una frase di questo genere: “Siete ultimi ovunque. E quando siete sempre all’ultimo posto, è evidente che le responsabilità sono pure vostre. Per carità, qua, se non si capisce che ci sono delle responsabilità immense, non si va da nessuna parte.” (Ascolta) E questo il giornale non lo riporta.

Quando Virginia Mariotti, quindi, chiede il recupero dell’ospedale, a chi lo chiede se il ministro, con queste quattro significative parole pubblicamente pronunciate, lo ha già scaricato dal peso delle sue responsabilità?

Allora, ti assale un dubbio atroce. Con chi il sindaco donna, fiancheggiatrice in loco di un discutibile potere al maschile, intende affrontare questa mission impossible? Con quelli che l’hanno già affossato e cancellato dall’elenco dei nosocomi della regione? E poi, crede veramente che la “Casa della Salute” (termine ricorrente - quasi un leitmotiv - nei vari interventi-comizi-passerella) rappresenti, senza alcun’altra alternativa, il recupero dell’ospedale Pasteur?

Tanto per capirci qualcosa di più, visto che è lei la titolare del settore sanità del comune, io le porrei delle domande, alle quali può rispondere se vuole e come vuole, naturalmente in dettaglio e non per interposta persona. Ma non quando vuole: le risposte urgono.

1.      Che cos’è la “Casa della salute”?

2.      Come funzione praticamente?

3.      Quali figure professionali e quale strumentazione utilizza?

4.      Quali saranno, rispetto ad oggi, i benefici per l’utenza e i nuovi vantaggi di questa vagheggiata struttura sanitaria?

5.      Quale sarà il suo costo e, quindi, il rapporto costi-benefici?

È evidente, sindaco, che noi saremo in grado di verificare l’attendibilità delle sue risposte, nonché il loro valore scientifico e la loro aderenza a criteri economico-finanziario-contabili.

 

 

Eccoci, quindi, a chiudere il cerchio con il nostro titolo: andata via la ministra, ai cittadini rimane da ingoiare la solita minestra riscaldata, il solito punto di primo intervento, i soliti ricicli politici, l’eco delle solite cavolate, i soliti millantati crediti, il solito fastidioso tran-tran. E questi ridono (foto).

 

 

Luigi Parrillo