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San Marco Argentano - Polis

 

 

 

18 marzo 2014

 

Attenti al lupo

 

Sembra che la politica, da noi, si faccia per ridere. Ogni giorno, la stampa locale incrementa le proprie vendite puntando sulle vicende politiche di San Marco Argentano, con particolare riguardo alle strategie pre-elettorali. 

(Leggi articoli del 12 marzo e del 18 marzo 2014)

Si descrivono soggetti di gomma, in caduta libera, che rimbalzano in ogni direzione senza una linea, un progetto, una fisionomia politica. Attendono di essere risucchiati da una parte o dall’altra, magari con l’aiuto esterno dei soliti sedicenti “orientatori di opinioni”, i quali, però, per poter orientare dovrebbero averne una propria e di valore logico indiscusso.

La cosa, però, che più disorienta l’osservatore esterno è la difficoltà (logica, appunto) di individuare e comprendere la rete di interessi nella quale, eventualmente, sarebbe racchiusa la strategia distruttiva di chi, a tutti i costi, vuole prestare orecchio al canto di ben note sirene dalla fisionomia non così nuova come la si vorrebbe contrabbandare.

Sembra che fare l’amministratore comunale di San Marco Argentano sia una prescrizione medica imprescindibile e che la certezza di una candidatura autorevole sia un farmaco salvavita, conditio sine qua non per continuare a calpestare il suolo argentanese, esercitando l’attività respiratoria e continuare a nutrirsi sedendosi ad una tavola lautamente imbandita.

Si comprende meno l’ansia degli imbanditori, i quali avrebbero, alla fine, il ruolo dei ferristi intorno al tavolo operatorio: porgere le posate sempre ben terse e “pulite” per la consumazione del pasto quotidiano. E chi si accontenta di questo ruolo quale considerazione può riscuotere?

L’errore consisterebbe, semmai, nella ingenua sottovalutazione di chi offre patteggiamenti e alleanze anomale. Quand’anche fossero ammantati, provvisoriamente, di discorsi flautati e surrettizi passi indietro. “Timeo Danaos et dona ferentes” (Eneide – libro II). Con queste parole si mettevano sull’avviso i troiani per non far entrare nelle mura della città il famoso Cavallo di Troia, che ne decretò la distruzione. Oggi, con una citazione meno importante diremmo: “Attenti al lupo”. Per quanto addomesticato dalla necessità, un lupo in casa non è mai consigliabile, specie se è stato respinto da qualche altra parte. E non sappiamo perché.

L’esempio dei troiani dovrebbe far riflettere, e poi Falbo non è andato via per caso dalla segreteria del Partito Democratico. Alla luce dei fatti, ci è dato di credere che ogni tentativo di dialogo tra il centro destra e il Partito Democratico sia destinato ad abortire sul piano politico, non foss’altro che per la deludente esperienza vissuta nella passata parentesi amministrativa, cominciata male e finita peggio.

A livello più squisitamente civico, non va dimenticato che odierni “rinnovatori” erano eminenti parti in causa dell’esperienza Termine. Sono stati, addirittura, i manovratori della macchina elettorale, prima, e del confuso pastrocchio gestionale, dopo.

Sulla scorta di quale miracolo, oggi, dovrebbero essere rinsaviti?

Anzi, hanno addirittura alzato il prezzo da pagare per il definitivo azzeramento dei loro potenziali alleati di governo, ma avversari politici a tutti gli effetti. La ripetizione di un’altra eventuale operazione pastrocchiata da parte di cellule impazzite del Partito Democratico, decreterebbe la fine del PD sammarchese, ammesso che gliene importi.

Falbo lo ha capito e se ne è tirato fuori in tempo per non essere coinvolto in operazioni folli e senza futuro. Chi ha a cuore le sorti della città coltiva ancora la speranza che il buon senso, oltre ad una robusta fede politica, prenda il sopravvento su visioni personali da riconsiderare.

Ma l’ultima parola, quella decisiva, dovrà alla fine pronunciarla l’elettorato. Negli ultimi venti anni i cittadini di San Marco ne hanno viste di tutti i colori. Hanno visto la città regredire fino all’inverosimile; hanno visto andare in fumo tutte le promesse di lavoro stabile; hanno visto svuotarsi i negozi perché si è loro svuotato il portafoglio; hanno visto crescere le ricchezze degli imbroglioni mentre diminuivano le proprie; hanno visto la sanità non rispondere più ai bisogni dei malati e dei sofferenti; hanno visto le strade (comprese quelle del centro urbano) peggiorare di giorno in giorno; hanno visto la spazzatura salire di livello fino alla propria gola. E non hanno ancora visto tutto.

Ma chi c’era al “comando” di questa nave alla deriva?

Vogliamo gli stessi? Vogliamo quelli che li pilotavano e che ora vogliono prenderne il posto dopo averli furbescamente fatti fuori? Vogliamo un altro Schettino? Vogliamo gente che agisce o pensa per conto terzi? Vogliamo amministratori a mezzo servizio?

Mai come oggi si impone il riscatto della città. Ci vuole un colpo d’ala per poter finalmente volare alto e risollevarsi dalla mortificante condizione degli ultimi anni.

Luigi Parrillo