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San Marco Argentano - Polis

 

 

 

7 agosto 2013

Nel mosaico Termine

le tessere si spostano ancora

 

Il girotondo continua e Argondizzo restituisce la delega di vicesindaco, nonché quella di assessore alla sanità e allo sport.

Se l’Amministrazione fosse (o avesse – scegliete voi) un cervello, potremmo dire che le sue cellule, mutuando quelle di un normale encefalo, diminuiscono giorno dopo giorno o, quanto meno, si deteriorano con il passare del tempo, fino a depauperarsi inesorabilmente. Saremmo, per analogia, in una fase di pre-alzheimer.

Descrizione: Termine_puzzleIn pratica, il vicesindaco uscente lascia una porta aperta: e tra gente che viene e gente che va, staremo a vedere chi correrà ad infilarvisi. Una volta individuato il soggetto, avremo scoperto interamente il trucco. Che oggi possiamo solo immaginare, senza esplicitarlo per non urtare la suscettibilità di quanti credono di essere i soli pensatori furbi. Costoro, secondo voi, avranno titolo a ritenere che la città sia piena di fessi pronti ad accettare tutte le patacche che vengono loro presentate?

Abbiamo l’impressione che per alcuni fare politica significa mettere in atto trucchetti furbeschi per privilegiare soggetti e posizioni. Agli ingenui viene lasciata la convinzione che fare politica significhi individuare i problemi della città, analizzarli, discuterli e mettere in atto le strategie più idonee per risolverli o, quanto meno, tentare di risolverli secondo le proprie possibilità e/o capacità.

Da un po’ di tempo a questa parte, mettersi in lista significa, per alcune persone, brigare per appianare le proprie difficoltà, risolvere i propri problemi, migliorare le proprie condizioni di vita o, al massimo, allargare il proprio interesse ai confini della cerchia familiare, se si va d’accordo.

Ecco perché lo spostamento delle tessere del mosaico Termine fa drizzare le orecchie a non pochi soggetti. È capitato che, alla luce di quest’ultimo episodio (la capocciata improvvisa di Argondizzo), la piazza pullulava di interrogativi sottolineati da occhi sgranati non solo e non tanto per mera curiosità. Le quinte colonne di questo o di quell’altro erano tutte mobilitate per carpire i pareri e le impressioni di dimissionari storici dal passo altalenante e salterino.

E le risposte? Vaghe! Troppo vaghe per essere autentiche.

Il cittadino comune, intanto, è sempre più confuso. Non si raccapezza più: non sa fin dove arriva la maggioranza, dove comincia l’opposizione e dove le due cose si confondono. Non sa se domani saranno confermate le cose che si dicono oggi, com’è nella migliore tradizione del più autentico centro-destra.  Il signor B fa scuola e da noi ha molti bravi imitatori.

All’ombra della Torre Normanna, palazzo Santa Chiara somiglia sempre più alla Torre di Babele.

Luigi Parrillo